Dopo la scioccante (per i fan) notizia dell’abbandono delle BABYMETAL da parte di Yui-metal per problemi di salute, ho pensato fosse il momento perfetto per parlare di questa band e analizzarne i motivi del successo.
Ma prima di inoltrarci in questo articolo, mi tocca fare due premesse.
Numero uno: sono un’amante del rock in tutte le sue sfaccettature, dall’hard al visual-kei, dal post grunge all’heavy metal.
Numero due: non mi è mai piaciuta una sola canzone delle BABYMETAL.
Detto ciò, iniziamo questo viaggio alla scoperta di un gruppo unico nel suo genere il cui successo ha sempre incontrato pareri discordanti e opposti. Il tutto per rispondere a una domanda: le BABYMETAL hanno davvero creato qualcosa di nuovo, di rivoluzionario o sono un mero risultato di un progetto di marketing studiato a tavolino per conquistare determinate fasce di pubblico?
Come spesso accade nella vita, le cose non sono mai o tutte bianche o tutte nere e forse la verità sta nel mezzo, ma per capire l’impatto di questa band dobbiamo iniziare raccontando la loro storia.
Le Babymetal (reso graficamente come BABYMETAL) sono un gruppo musicale giapponese che unisce le sonorità del j-pop (o più precisamente l'idol music) a quelle tipiche della musica heavy metal, creato nel 2010 dall'agenzia di talenti Amuse come sub-unit del gruppo idol femminile Sakura Gakuin.
Il progetto si sviluppò intorno a Suzuka Nakamoto (Su-metal), all’epoca dodicenne (ed ex membro anche di un altro gruppo idol della Amuse, le Karen Girl's) alla quale vennero affiancate Yui Mizuno (Yui-metal) e Moa Kikuchi (Moa-metal), ai tempi entrambe di soli dieci anni.
L’idea di creare questa “chimera” che unisse due generi così distanti tra loro, il jpop e il metal, si deve al produttore del gruppo Kei Kobayashi (Koba-metal) il quale ha dichiarato che le BABYMETAL non rientrano né nel genere metal né in quello pop, in quanto ambiscono a diventare un gruppo unico nel suo genere. Lo stile musicale del gruppo è infatti stato definito con l’espressione “kawaii metal” (kawaii significa "carino") e dimostra la volontà dell’agenzia di affermare l’unicità e l’originalità delle BABYMETAL. Lo stesso nome deriva da un gioco di parole con il vocabolo baby (ベビー bebī) che in giapponese rima con la parola heavy (ヘビー hebī), ma può essere interpretato altresì come "nascita di un nuovo tipo di metal", in cui la parola baby sta appunto a indicare la nascita di un nuovo genere musicale.
Se già questo non bastasse a far capire come le BABYMETAL siano il frutto di un attento studio, una operazione d’ingegneria genetica mirata a fondere due elementi opposti per ottenere il meglio da entrambi, c’è dell’altro.
Al tempo della loro “creazione”, nessuna delle tre componenti aveva la più pallida idea di cosa fosse il metal; anzi, la prima volta che hanno visto un video con teschi ed headbanging si sono spaventate, ma superato lo shock, il manager le ha convinte a proseguire.
Ora qualcuno potrebbe far notare come la loro giovane età possa essere la causa di questa reazione, ma parlo per esperienza personale quando dico “no” perché io scoprii il l’hard rock, il post-grunge e l’heavy metal a 11 anni e ricordo ancora la gioia nell’aver ascoltato nuove canzoni e nuove band che trovai fin da subito meravigliose.
Ma eliminiamo le considerazioni prettamente personali e manteniamoci ai fatti.
Il video di Doki Doki Morning, la loro prima canzone, riscuote tanto successo da aprire loro le porte del Summer Sonic; calcano così il palco del più importante festival rock giapponese con un’età media di dodici anni, battendo qualunque record anagrafico.
L'omonimo album di debutto del gruppo, pubblicato nel 2014, si è classificato alla quarta posizione della classifica Oricon e al secondo della classifica Billboard Japan.
Da lì in avanti le BABYMETAL hanno continuato ad accumulare successi. Hanno partecipano a diversi festival internazionali, calcando gli stessi palchi di artisti di fama mondiale e icone della musica metal come Slayer, Metallica, Carcass, Megadeath e Iron Maiden. Hanno ricevuto apprezzamenti di da parte di Kirk Hammett e Slash, mentre Lady Gaga le ha volute per aprire cinque date del suo tour americano nel 2014. Il loro video di Gimme Chocolate ha raggiunto la sbalorditiva cifra di trenta milioni di visualizzazioni.
Tutto questo per dire che il loro successo è innegabile, nonostante (e qualche fan potrebbe dire ‘alla faccia delle’) le critiche, anche pesanti, rivolte alle giovani fanciulle dai puristi del metal, per i quali le BABYMETAL sono un insulto, un’offesa, una vergogna per il genere musicale.
Eppure le tre dark lolita piacciono a molti.
Ma perché?
Innanzitutto direi che il look costruito loro addosso fa bene il suo lavoro. Se pensiamo che la loro terra natale è il Giappone, (paese notoriamente incline al idolatrare le adolescenti, con connotazioni non sempre pure, ma questa è un’altra storia) si spiega il look da "gothic lolita", di colore rosso e nero, che unito ai visi dolci e innocenti crea un’immagine che conquista. Enrico Ahlig, della rivista Metal Hammer, ha descritto il loro stile come una formula di «gonne corte, fascino da scolarette e voci acute, esattamente come nei manga. Il tutto unito al metal»
Ma il look da solo di certo non basta a spiegare il successo delle BABYMETAL. Sul palco dimostrano tanta grinta e i loro spettacoli sono molto curati dal punto di vista visivo e scenografico. Non si può ovviamente negare come le giovani idol si allenino molto per raggiungere una perfetta coordinazione tra suggestive coreografie, passi di danza e pose aggressive.
Il loro compito lo svolgono bene e di sicuro si divertono anche. Ma la musica?
È qui che casca l’asino. O almeno è qui, che a mio parere, la chimera mostra i suoi punti deboli.
Quando inizia una qualunque canzone delle BABYMETAL, le chitarre pesanti, la batteria potente, il sound del metal, insomma, ti colpisce, ma appena iniziano a cantare, sembra già un’altra cosa. Una cosa diversa che fa a pugni con le ritmiche pesanti.
I fatti stanno così. Ai concerti le BABYMETAL sono accompagnate da una band di supporto, la quale inizialmente consisteva in un gruppo che fingeva di suonare gli strumenti sopra la base registrata, indossando costumi da scheletro bianchi e neri. Con la crescita della popolarità del gruppo e la portata dei concerti, questa venne gradualmente sostituita da una band formata da veri musicisti, tra i quali Takayoshi Ōmura, Mikio Fujioka, Leda, Hideki Aoyama e Yūya Maeta.
Qual è quindi il punto? Come risponde tutto ciò alla domanda iniziale?
Fermo restando che i gusti son gusti, il mio parere –da semplice ascoltatrice e amante del rock- è che mentre i musicisti sono eccezionali, il cantato delle tre fanciulle è una stortura che cozza con la musica.
Ed ecco perché a me non è mai piaciuta neanche una loro canzone: non sono mai riuscita ad andare oltre il primo ritornello e questo per colpa delle loro voci e del loro modo di cantare.
Cosa sono quindi le BABYMETAL?
La mia idea è che sono proprio quello che sembrano, un gruppo creato a tavolino e studiato accuratamente in ogni suo aspetto non per fare musica, ma per fare intrattenimento. La loro immagine, ciò che fanno sul palco e come lo fanno, è ciò che le ha rese famose. Se invece di mettere delle ragazzine lontane dalla maggiore età, avessero messo delle ragazze più grandi e le avessero vestite da metallare, di sicuro il risultato non sarebbe stato lo stesso.
Per questo vanno criticate? No, ma non bisogna neanche vederci qualcosa di rivoluzionario che ha cambiato il mondo del metal. Vanno semplicemente prese per quello che sono: una nuova idea divertente, con dubbie pretese artistiche e il cui mero intento è fare spettacolo.
Al momento, con l’abbandono di Yui-metal, il futuro delle BABYMETAL sembra quello di continuare come un duo: l’annuncio ufficiale a riguardo ha infatti dichiarato che un nuovo inizio per le BABYMETAL si avrà già questo mese con le esibizioni in Giappone del BABYMETAL WORLD TOUR 2018, nel quale appunto Su-metal e Moa-metal saranno il nucleo delle BABYMETAL.
A discapito degli haters, pare proprio che vedremo ancora a lungo le giovani idol del kawaii-metal.
by Hikari
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